A seguito della notizia sul cetriolo killer dalla Germania, sono cominciate ad arrivare le prime disdette degli ordini di ortaggi siciliani. La Coldiretti regionale ha dichiarato che i prodotti siciliani biologici sono sicuri, e che la decisione è vittima di una psicosi ingiustificata, in grado di suscitare gravi conseguenze economiche.
Il presidente della Coldiretti Alessandro Chiarelli e il direttore Giuseppe Campione sono concordi e fermi nell'affermare che "i nostri ortaggi rappresentano al meglio l'intera agricoltura siciliana proprio perché la qualità è frutto di azioni controllo continue".
"La Germania è il primo mercato di sbocco delle esportazioni italiane di verdure e legumi freschi - aggiungono -. Il valore italiano complessivo ammonta a 460 milioni. Adesso però, a causa del panico indiscriminato, il 58 per cento dei tedeschi non consuma più alcun tipo di verdure fresche. Bisogna attuare tutte le misure possibili per evitare che i produttori agricoli siciliani subiscano danni anche alla luce dell'aumento del gasolio e di tutti gli altri costi di produzione che hanno già determinato una forte crisi del comparto".
Il rischio di contaminazione in vendita nel Centro agroalimentare di Roma, è inesistente secondo le rilevazioni dei Carabinieri dei Nas, come esplicitato dall'amministratore delegato della società di gestione Cargest Massimo Pallottini, che aggiunge: "Riguardo ai volumi di prodotto in transito per il Centro Agroalimentare Roma risulta del tutto infondato e privo di ogni e qualsiasi riscontro l'allarme sanitario".
"Specie in questa fase della stagione - continua Fabio Massimo Pallottini - la totalità dei volumi di cetriolo che vengono concentrati e commercializzati nel Car da operatori grossisti e produttori agricoli è al 101 per cento di origini locali. Viene ciò dall'Agro Romano o al massimo dalle campagne laziali". Nell'agromercato all'ingrosso passa un buon 50 per cento dell'ortofrutta distribuita al dettaglio su Roma e provincia.
In base ai riscontri documentali forniti , precisa l'Ad di Cargest " un 25/30 per cento delle produzioni italiane di cetriolo sono laziali e - precisa Pallottini - ci è possibile garantire che i volumi in commercio da noi vengono dalla nostra regione. E l'alta professionalità delle nostre filiere garantisce a questi prodotti trattamenti sempre perfettamente igienici e incompatibili con le contaminazioni fecali della Escherichia Coli".
Fonte: rai.it