La Sweet s.p.a. è un'azienda produttrice di dolciumi, con sede a Gorizia, che fino a un paio di anni fa vantava un fatturato intorno ai 20 milioni di euro. Purtroppo, è stata l'ennesima vittima della crisi economica: il 29 luglio scorso è stata dichiarata fallita, con una passività di oltre 19 milioni.
Uno spiraglio, tuttavia, anche per i 54 lavoratori impiegati nello stabilimento, c'è. L'azienda è infatti in trattativa per l'acquisizione da parte della Lazzarini Dolciumi, storica fornitrice all'ingrosso di prodotti alimentari dolciari.
Fondata nel 1890 nella provincia di Bergamo, la Lazzarini commercializza circa 16.000 prodotti e ha creato una rete di 180 grossisti del settore, denominata Dolcitalia, della quale a breve potrebbe far parte anche la Sweet.
News - Grossisti e fornitori italiani
Grossista lombardo in trattativa per acquisizione Sweet
Livorno, i grossisti chiedono aiuto alla Camera di Commercio per il nuovo mercato ortofrutticolo
I grossisti e i facchini di Livorno hanno bocciato il trasferimento provvisorio nell'area "frigo" dell’Interporto; nello stesso tempo, è scattata la richiesta di aiuto alla Camera di Commercio per la costruzione a Guasticce del nuovo mercato ortofrutticolo che dovrà lasciare Fiorentina.
La scorsa settimana i vertici del Consorzio agroalimetare labronico hanno raggiunto il Vespucci insieme ai vertici dell’amministrazione comunale. Hanno guardato da vicino le celle del magazzino doganale e i piazzali circostanti, dove Interporto si è detto disposto a spostare i banchi in via provvisoria nel caso in cui la nuova struttura (del valore di 3 milioni di euro) non fosse ancora pronta quando il cantiere per costruire case popolari e a canone concordato diventerà incompatibile col mercato (data limite: giugno 2013).
«L’area che ci hanno fatto vedere – ha detto dopo la visita il presidente del consorzio, Stefano Rossi – è improponibile, non va bene per le nostre attività». L’assessore Paola Bernardo ha provato a mediare («sarebbe presa in considerazione solo in caso di necessità»), ma ha confermato che non è risultata «ottimale».
A Bolzano la burocrazia rallenta i grossisti
I commercianti all'ingrosso della provincia di Bolzano ritengono discutibili i nuovi adempimenti burocratici necessari al prolungamento della patente professionale. Il corso di aggiornamento obbligatorio, ad esempio, ha una durata di 35 ore.
Werner Gramm e Dieter Steger, rispettivamente rappresentante dei grossisti e direttore dell’Unione commercio, hanno infatti dichiarato: “Particolarmente preoccupanti sono soprattutto le pratiche burocratiche e il grande impegno per l’adempimento degli obblighi previsti”.
Il prolungamento delle patenti professionali pone aziende e collaboratori di fronte a una grande sfida. I grossisti dell’Unione commercio criticano l’aggravio burocratico e la perdita di lavoro. È chiaro che la sicurezza deve sempre rimanere al primo posto, ma in questo caso le norme per il prolungamento delle patenti in questione sono andate davvero troppo oltre, mettendo aziende e collaboratori del settore commercio all'ingrosso di fronte a una grande sfida: fare fronte a una lunga assenza dal lavoro da parte del proprio collaboratore.
I grossisti dovranno pagare anche la tassa sui controlli sanitari
Il ministero della Salute ha risposto al presidente regionale campano di Confimprenditori, Gerardo Santoli, che aveva chiesto l’esenzione del pagamento della Tassa sui controlli sanitari per le imprese esclusivamente commerciali del settore all’ingrosso.
La risposta, purtroppo per i grossisti, è stata piuttosto negativa. Secondo il direttore del Dipartimento della Sicurezza Alimentare del ministero della Salute, Angelica Maggio, e l’avvocato dello stesso ufficio, Rosa Maria Monteleone, "i commercianti potranno usufruire dell’esenzione dal pagamento delle tariffe per i controlli ufficiali solo laddove siano in grado di dimostrare che la loro attività prevalente sia quella al dettaglio".
"La risposta del ministero è inequivocabile: occorre pagare - afferma Santoli - rispettiamo al legge anche se per noi resta ingiusta. Sia chiaro: le imprese del settore chiedono controlli e servizi al sistema sanitario, quello che non capiamo è perchè il costo dei controlli debbano ricadere su tutti, anche sulle aziende in regola".
Le tantissime aziende, anche piccole, sono così costrette a pagare dai 400 ai 1500 euro per questo servizio non richiesto. "E' assurdo - prosegue Santoli - si parla di semplificazione, di riduzione della tasse, di rilancio dell'economia e poi si tengono in piedi simili provvedimenti. Tra i rischi anche quello di un aumento dei costi. "E' evidente poi che tutto questo si ripercuota sui prezzi al consumo. Per questo diciamo: lo Stato aiuti pure le grandi industrie in difficoltà ma quantomeno non danneggi le piccole e i consumatori che con fatica, da soli stanno cercando di fronteggiare la crisi".
Filcams-Cgil è fuori dalle trattative in Trentino
Paolo Mondini, il presidente dell'Associazione Grossisti e Piccole e Medie Imprese aderenti all'Unione del Trentino ha annunciato che nelle trattative per il contratto unico di secondo livello del terziario nella regione, non sarà ammessa la Filcams-Cgil.
Mondini lo ha comunicato in una lettera destinata a Gianni Bort, presidente provinciale e vicepresidente nazionale della Confcommercio. Si tratta del primo caso a livello nazionale. Mondini ha fatto sapere che, dopo essersi confrontata con i propri legali, l'Associazione ha deliberato, all'unanimità, che la Filcams-Cgil, "sino a quando non sottoscriverà il contratto nazionale, non potrà partecipare alle riunioni ad esso inerente".
Mondini sottolinea infine l'importanza della situazione giuridica e della rilevanza sindacale, soprattutto considerando il periodo di crisi economica.
Altri articoli...
Pagina 1 di 5